IL BED & BOOKFAST

View Original

E in fondo alla pista…Mercatello!

La nostra casa di Mercatello in origine

All’inizio non avevamo idea di dove aprire il nostro BB. Sapevamo che non ci saremmo allontanati troppo dai luoghi dei nostri affetti, il Trentino e Milano, dove saremmo tornati periodicamente.

Quindi niente Australia, niente Brasile e persino niente Bretagna. Beh, su quest’ultima destinazione ci avevamo fatto un pensierino, lo ammetto.

Al tempo stesso, dopo tanti anni di (pur bellissime) montagne, le Dolomiti, sentivamo il desiderio di paesaggi diversi. Meno verticali, più dolci, più distesi. Ma non meno affascinanti. Entrambi ci siamo detti che il Centro Italia era il luogo in cui avremmo desiderato vivere. La Maremma toscana attirava soprattutto  me. Manu era per l’Umbria, che già conosceva un po’, anche per avere lavorato in passato in un agriturismo dalle parti di Gubbio. Terza opzione, le Marche.

Le ricerche in internet intanto avevano dato i loro frutti. Così, appena il lockdown è finito, e hanno riaperto “le gabbie”, ci siamo precipitati fuori.

Ricordo quell’estate. La gente che viaggiava all’inizio era poca. Non tutti i BB si erano fidati a riaprire, uno addirittura, anche se avevamo già prenotato, ci respinse all’ultimo momento con una scusa assurda, evidentemente la paura del contagio aveva avuto la meglio, o forse avevano qualcuno con il Covid in casa.

Prima di arrivare in Umbria capitammo in un piccolo borgo nel cuore della Maremma, dove per il budget che avevamo preventivato avremmo potuto fare un ottimo affare. Ma era un posto isolatissimo, a un’ora dalla prima città.

Il destino comunque aveva già deciso che saremmo arrivati a Mercatello. E che lì avremmo incontrato un agente immobiliare particolarmente convincente.

Quando abbiamo visto la casa per la prima volta, onestamente, non si presentava benissimo. Ma era disposta su più piani (il che favoriva la creazione di spazi distinti per il nostro appartamento e per le stanze degli ospiti), e aveva una terrazza spettacolare, affacciata su una campagna da sogno. Alle sue spalle, si alzava dolcemente un colle, su cui sorgeva la chiesa del paese e poco più sopra due piccoli borghi, Monte Vibiano Nuovo e Monte Vibiano Vecchio. A un tiro di schioppo, un chilometro appena, un altro borgo-castello, Spina, che ci dissero fosse stato danneggiato da un terremoto, ma avevano appena finito di ristrutturarlo, e gli abitanti stavano tornando. La splendida Perugia, poi, era a soli 20 minuti di distanza, con i suoi scorci medioevali, e la sua vita culturale.

La terrazza come si presentava durante la prima visita

Certo, la mole dei lavori necessari per recuperare quella grande “casona”, come la chiamavamo fra noi, ci spaventava. Fra l’altro fu subito chiaro che l’annesso  accanto alla casa, un magazzino su due piani sul quale poggiava la terrazza, a far bene doveva essere demolito e ricostruito.

L’annesso sul quale poggiava la terrazza

Alla fine, dopo la tappa nelle Marche, e dopo essere rientrati in Trentino, ci siamo resi conti che qualcosa nelle orecchie ronzava,  anzi, forse risuonava, come le campane di una chiesa… Cos’era?

London Calling, avevano cantato i Clash, uno dei gruppi che ascoltavo nei miei 15 anni. Beh, non era proprio Londra, ma anche Mercatello non scherzava. Ci stava chiamando!

Da qui in poi, è iniziato un iter devastante di lavori, fatture da pagare, burocrazia, imprevisti e patemi d’animo. Tutte cose che chiunque si sia imbarcato in un’impresa del genere conosce bene.

Abbiamo smesso di viaggiare (tranne il tragitto Trentino-Umbria, che dopo un po’ facevamo ad occhi chiusi), in certi periodi abbiamo anche smesso di dormire. Nel frattempo, però, il consenso attorno al nostro progetto cresceva. In tanti ci dimostravano il loro affetto, ci dicevano di tenere duro, anche quando una fornitura improvvisamente si bloccava, o una spesa si rivelava il doppio di quanto inizialmente preventivato.

Il “Casone” ha cambiato completamente il suo aspetto. Tre delle sue stanze sono diventate le nostre prime tre camere da affittare, dedicate rispettivamente a: “L’amica geniale” (guarda caso votato in questi giorni romanzo del secolo dal New York Times), “Il nome della Rosa” e “Cime tempestose”, tre classici della letteratura.

La stanza prima che diventasse la camera L’Amica Geniale

La stanza com’è ora, dedicata al romanzo L’Amica Geniale

E alla fine, dopo quattro anni, dopo tanti chilometri, tante mail, tanti conti fatti e rifatti e un trasloco non ancora del tutto finito, eccoci qui. Al momento dell’inaugurazione.